Film Giornata della Memoria per bambini e ragazzi

Film giornata della memoria: ecco un elenco di film per bambini della scuola primaria e ragazzi della scuola secondaria di primo grado per affrontare il non semplice argomento dell’olocausto. Ci viene in aiuto in questo senso la filmografia disponibile sull’argomento, con una vasta scelta di titoli per bambini e ragazzi da poter guardare insieme per affrontare il tema in maniera delicata, a seconda dell’età dei bambini o dei ragazzi che abbiamo di fronte.

“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre.” (Primo Levi)

Film giornata della memoria per bambini della Scuola Primaria

Da 10 anni: la stella di Andra e Tati

Primo film d’animazione europeo sull’Olocausto, la commovente storia vera di Alessandra e Tatiana Bucci, due sorelle di 4 e 6 anni, che nel 1944 vennero deportate nel campo di concentramento di Auschwitz insieme alla madre, la nonna, la zia e il cuginetto. Le bambine si salvarono solo perché vennero erroneamente scambiate per gemelle. Troppo piccole per capire, Andra e Tati si ritrovano sole e piene di paura. Il mondo comincia a cambiare e diventa un incubo, un’ombra minacciosa che si diffonde ovunque e a cui sembra impossibile sfuggire. Andra e Tati sono solo delle bambine, sì. Ma non smettono di sperare e di farsi coraggio a vicenda, unite e salvate dall’amore l’una per l’altra. Nell’era più buia della storia dell’umanità, la forza e la speranza sono le uniche armi per sopravvivere.

Da 10 anni: Anna Frank e il diario segreto

Anna Frank e il diario segreto è ambientato ad Amsterdam e ha come protagonista Kitty, l’amica immaginaria di Anna Frank, a cui la ragazza ebrea ha dedicato il suo famosissimo diario. La giovane Kitty si risveglia dopo decenni nella loro casa in Olanda e si mette subito in viaggio alla ricerca della sua cara amica.
Kitty è convinta che Anna sia ancora viva e viaggia per l’Europa nella speranza di trovarla, mentre rimane basita di fronte al mondo di oggi e alla sue evoluzioni. È così che la ragazza si ritroverà faccia a faccia con qualcosa che inizialmente non avrebbe mai immaginato di trovare: l’eredità di Anna.

Da 11 anni: Jona che visse nella balena

A quattro anni, Jona Oberski che vive ad Amsterdam con i genitori ebrei Max e Hanna. a causa dell’occupazione nazista della città, è costretto con la sua famiglia a trasferirsi in un campo di smistamento tedesco. Gli Oberski sono destinati a passare da un campo di raccolta all’altro, per essere poi scambiati con prigionieri germanici. A 7 anni, Jona ha già subíto freddo, fame, paure e sofferenze: sempre insieme per sua fortuna ai genitori (in baracche comunque diverse), il bambino è obbligato a farsi un mondo suo, subendo anche momenti umilianti o angherie anche degli altri ragazzi, abituandosi al filo spinato e alle voci minacciose. Rarissimamente un gesto gentile (l’anziano cuoco di un lager, o il medico dell’ambulatorio). Poi l’ultimo incontro amoroso dei genitori: la morte del padre stremato nel fisico; quella della madre semidelirante (curata ormai in un ospedale sovietico): l’assistenza di una ragazza a cui quella lo ha affidato e, infine, nel 1945, la generosa accoglienza dei Daniel, una matura coppia abitante ad Amsterdam. E’ tutto ciò che resta a Jona a testimonianza del suo passato e delle radici amarissime, nel quadro di una tragedia immane, da cui il bambino è uscito solo per la sua tenacia e per la memoria incancellabile di sua madre, che anche morente ha continuato a dirgli “non odiare nessuno”.

Film per ragazzi della Scuola Secondaria di Primo Grado

Da 12 anni: il bambino con il pigiama a righe

Guardare questo film significa fare un viaggio. Prendere per mano, o meglio farsi prendere per mano da Bruno, un bambino di nove anni, e cominciare a camminare. Presto o tardi si arriverà davanti a un recinto. Uno di quei recinti che esistono in tutto il mondo, uno di quelli che ci si augura di non dover mai varcare. Siamo nel 1942 e il padre di Bruno è il comandante di un campo di sterminio. Non sarà dunque difficile comprendere che cosa sia questo recinto di rete metallica, oltre il quale si vede una costruzione in mattoni rossi sormontata da un altissimo camino. Ma sarà amaro e doloroso, com’è doloroso e necessario accompagnare Bruno fino a quel recinto, fino alla sua amicizia con Shmuel, un bambino polacco che sta dall’altro lato della rete, nel recinto, prigioniero. Una storia che dimostra meglio di qualsiasi spiegazione come in una guerra tutti sono vittime, e tra loro quelli a cui viene sempre negata la parola sono proprio i bambini.

Da 13 anni: la vita è bella

Può la fantasia cambiare la realtà? La storia di un ebreo, Guido, deportato insieme al figlio in un campo di concentramento dove, per proteggerlo dagli errori della realtà, inventa che stanno partecipando ad un difficile gioco a premi. Una storia che, come afferma lo stesso Benigni, “fin dal primo momento mi ha fatto battere molto forte il cuore… Perché la vita è bella, e anche nell’orrore c’è il germe della speranza, c’è qualcosa che resiste a tutto, a ogni distruzione… Il film è un inno al fatto che siamo condannati poeticamente ad amare la vita per forza: perché la vita è bella.”

Da 14 anni. Jojo Rabbit

Al centro della narrazione del film troviamo il giovanissimo Jojo Betzler che a 10 anni ha molte difficoltà a relazionarsi con i suoi coetanei. Sempre impacciato viene appunto chiamato Jojo Rabbit – coniglio – appunto per sottolineare con la crudeltà di certi bambini, sostenuti dagli adulti in divisa nazista, le sue difficoltà. Per cercare di affrontare un mondo che gli sembra sempre ostile, Jojo si rivolge allora al suo amico immaginario che ha il volto di Adolf Hitler e che è interpretato dallo stesso regista. Ma il giovanissimo comincia a porsi molte domande sulla legittimità di quanto gli viene insegnato a scuola e nel campo di addestramento, quando scopre che la madre nasconde in soffitta Elsa (che ha il volto di Thomasin McKenzie), una ragazza ebrea. Tra Jojo e Elsa nasce un’amicizia che porta il ragazzino a guardare con altri occhi quanto sta succedendo intorno a lui e a dubitare sulla bontà degli insegnamenti relativi al nazismo che riceve.

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